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Discoteca Paradiso (Covignano di Rimini)

Era il 1957 quando la signora Tina Mirti Fabbri ebbe l’idea di trasformare una delle splendide ville sul Colle di Covignano, antistante Rimini, in un locale da ballo.
Il Paradiso, tremila metri quadri di sale da ballo e quindicimila di parco, offre inizialmente musica dal vivo per il divertimento della Rimini “bene”.
E’ Gianni Fabbri, figlio della signora, che negli anni 70-80, ne fa la discoteca simbolo non solo del divertimento riminese, ma di un’intera epoca, caratterizzata da benessere diffuso e propensione alla spesa. Il Paradiso Disco Dinner si contraddistingue per una clientela adulta e abbiente: personaggi del mondo dello spettacolo, nomi noti dell’imprenditoria e della politica, affollano le sue sale. Al piano terra la pista centrale, con le cubiste e il dj, e una zona relax, con tre bar e tavolini dove chiacchierare. L’arredamento è curato nei minimi dettagli, dominato dalla Luxury Suite disegnata da Roberto Cavalli e il Red Varnish, l’angolo rosso che si affaccia sulla pista da ballo. Al piano superiore il privée per la clientela più in e il raffinato ristorante, dal quale si gode di una splendida veduta panoramica della costa romagnola.

Intuendo la fine dell'era delle discoteche, nel 2001 Gianni Fabbri cede la gestione del locale ai fratelli Buffagni, già gestori della Villa Delle Rose. "I tempi cambiano in fretta e io sono rimasto un uomo della Prima Repubblica" disse ai giornalisti annunciando la vendita de Il Paradiso. L'era del benessere generale, del miracolo economico così come dei lussi e degli eccessi sfrenati, riflessi del boom economico degli anni '60, stava svanendo insieme ai suoi capisaldi divenuti ormai i relitti di quel passato, di quel pezzo di storia d'Italia di cui ormai non restano che gli arredamenti impolverati, le poltroncine accatastate, le bottiglie vuote, le vetrate rotte e la vegetazione prepotente che si vuole riappropriare di quei luoghi dimenticati dall'uomo. Ma forse non tutto è perduto e quelle macerie potrebbero divenire reperti dai quali attingere l'esperienza che ci ha reso floridi, forti, creativi, e vitali dopo altre macerie: quelle della Seconda Guerra.

Nel 2006, dopo avere avuto un discreto successo avvicinando un pubblico più giovane, ci fu la chiusura del locale a causa di una battaglia legale riguardante la proprietà della struttura.
Nel febbraio del 2007 due imprenditori romani, Luca De Simone e Alessandro Volta, tentarono di riportare Il Paradiso agli antichi splendori, ma senza successo.
Nel 2009 un team di imprenditori riminesi (tra cui Denis Fabbri) tentarono la stessa impresa, ma anch'essi fallirono.
Nel 2011 ha chiuso ed ora versa in stato d'abbandono. Da allora si sono succedute ben quattro aste giudiziarie per la vendita dello storico locale, e terreno adiacente. L'ultima fissata il 22 Marzo 2018 non pare abbia prodotto acquirenti interessati. Intanto il prezzo iniziale di tre milioni è sceso a un milione e ottocentomila euro circa, un valore sottostimato rispetto al valore dell'intero complesso: immobile, terreni e marchio dell'azienda Paradiso. Ma sarebbero previsti ancora ulteriori ribassi.
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