e quanto mai costerà/arrischiare l'eternità?
"E Quanto mai costerà
arrischiare l eternità?"
Di infiniti portici stretta
La mia anima genuflessa
S'inerpicava sulla soglia non prevista
fuori dall'ora consacrata
al grande daffare di città;
Vorticando pudica e spaesata
Agli sguardi del mondo dei vanti
scansata da ritrovi non invitati
- Lenti pavidi
Vecchi suoni ripetuti -
Scostando le commedie-prediche degli apparenti,
Repliche assai accademiche di vissuti costanti;
A passi insonni, affrettati
Se n'andava a ritrovar la sua sponda,
Mancata,
Lungo un malessere ricoperto di rugiada.
Oh Sconquassata mia onda
Mai davvero coinvolta
A un passo dall'intramontabile sguardo
Del sacro:
Insofferente riverbero di terra straniera
Ostile
Ai circuiti del sommo
universo chiuso (conforme sudario
Grande recluso
del pensiero);
Lassù su un tetto le civette salutano
Introducendo il dolce conforto alchemico
delle sentinelle di pietra nella Piazza Maggiore
Rifugio degli improperi
E dei derisi dai convinti;
Sospese in aria si vedono le rondini
Di cui cantava Dalla,
S'intravedono anche le camionette
Delle vedette
Dirimpettaie di Maometto e dell'altare di San Petronio
Costole non reclutate
Dall'esercito del coro degli Angeli
Aleviti che invece, accordano e concordano tutti.
E poi d'un tratto
Sentiero di luce
Insegna non prevista
Sprovvista di malizia
Apparisti tu
Immenso bagliore per occhi soffocati.
E la Montagnola è nostra
E più non sovvertira' la mestizia il sentiero
Sui miei passi a tratti arrabbiati
E nidi di rondini accarezzeranno il nostro viaggio ridendo dei nostri fragorosi chiassi.
I nostri due ciuffi selvaggi dall'alto delle fronti
Invaderanno canzoni
Sfideranno templi, icone, simulacri
Scuoteranno genti
Il mio cuore per sempre io voglio tenere sepolto
A Bologna
Quale rifugio di trascorso
Che non si può riferire
Custode recintato
Di una vita in due
Forziere di carezze
Che non vorrai mai dimenticare
"E quanto mai ci costerà
Arrischiare io e te l'eternità? "
arrischiare l eternità?"
Di infiniti portici stretta
La mia anima genuflessa
S'inerpicava sulla soglia non prevista
fuori dall'ora consacrata
al grande daffare di città;
Vorticando pudica e spaesata
Agli sguardi del mondo dei vanti
scansata da ritrovi non invitati
- Lenti pavidi
Vecchi suoni ripetuti -
Scostando le commedie-prediche degli apparenti,
Repliche assai accademiche di vissuti costanti;
A passi insonni, affrettati
Se n'andava a ritrovar la sua sponda,
Mancata,
Lungo un malessere ricoperto di rugiada.
Oh Sconquassata mia onda
Mai davvero coinvolta
A un passo dall'intramontabile sguardo
Del sacro:
Insofferente riverbero di terra straniera
Ostile
Ai circuiti del sommo
universo chiuso (conforme sudario
Grande recluso
del pensiero);
Lassù su un tetto le civette salutano
Introducendo il dolce conforto alchemico
delle sentinelle di pietra nella Piazza Maggiore
Rifugio degli improperi
E dei derisi dai convinti;
Sospese in aria si vedono le rondini
Di cui cantava Dalla,
S'intravedono anche le camionette
Delle vedette
Dirimpettaie di Maometto e dell'altare di San Petronio
Costole non reclutate
Dall'esercito del coro degli Angeli
Aleviti che invece, accordano e concordano tutti.
E poi d'un tratto
Sentiero di luce
Insegna non prevista
Sprovvista di malizia
Apparisti tu
Immenso bagliore per occhi soffocati.
E la Montagnola è nostra
E più non sovvertira' la mestizia il sentiero
Sui miei passi a tratti arrabbiati
E nidi di rondini accarezzeranno il nostro viaggio ridendo dei nostri fragorosi chiassi.
I nostri due ciuffi selvaggi dall'alto delle fronti
Invaderanno canzoni
Sfideranno templi, icone, simulacri
Scuoteranno genti
Il mio cuore per sempre io voglio tenere sepolto
A Bologna
Quale rifugio di trascorso
Che non si può riferire
Custode recintato
Di una vita in due
Forziere di carezze
Che non vorrai mai dimenticare
"E quanto mai ci costerà
Arrischiare io e te l'eternità? "
