Indirizzo:
viale Principe di Piemonte, Miramare di Rimini
La colonia commissionata dalla Federazione Fascista di Novara fu costruita tra il 1933 e il 1934 su progetto dell'ingegner Peverelli. A forma di Transatlantico, fu costruita in soli 126 giorni nel corso del'34. In stile razionalista, elevata su 5 piani (un sotterraneo e 4 fuori terra), lunga 117 metri e larga 18, con una superficie coperta di 2.841 mq ed una volumetria di 32.695 mc, poteva accogliere mediamente fino a 1.000 bambini (più 200 persone di servizio). L'edificio è un esempio della tipologia di colonia elioterapica a monoblocco, costituita da un unico corpo isolato che si sviluppa orizzontalmente, parallelo alla spiaggia. Il volume allungato, concluso ai lati da testate arrotondate, richiama, sia in pianta sia negli alzati, l'immagine di una nave, che denota un'adesione ai riferimenti macchinistici cari alle avanguardie, nella variante, legata al mare e alla navigazione, più adatta al contesto e alla funzione balneare.
Le due ali simmetriche, a quattro livelli, sopraelevate di un ulteriore piano con copertura terrazzata, ospitavano i dormitori e i refettori, mentre i servizi occupavano la parte centrale dell'edificio e il seminterrato, dove era stato ricavato anche un piccolo teatrino. Le finestre continue a nastro e i grandi ambienti a pianta libera dei dormitori e dei refettori, attraversati da due file di pilastri e privi di partizioni interne, sfruttano al meglio le possibilità della struttura in cemento armato, per permettere la massima circolazione dell'aria e penetrazione della luce.
Le due ali dell'edificio sono unite da una scala-torre centrale, che alloggia nella parte alta il serbatoio dell'acqua, mentre le testate arrotondate contengono le rampe semicircolari per i collegamenti verticali tra le camerate. La torre centrale, che si incunea nella scalea di accesso e ripartisce gli ingressi all'ala maschile e femminile, costituisce la più evidente emergenza formale e il baricentro geometrico dell'edificio, con funzione segnaletica e un valore simbolico esplicitato dal profilo che riprendeva la forma di un fascio littorio.
L'enfatizzazione delle rampe e dei corpi scala, nel caso delle colonie di vacanza, va oltre i significati simbolici ad essi generalmente attribuiti nell'edilizia pubblica di regime. Le scale hanno infatti un ruolo fondamentale, allo stesso modo dei grandi cortili delle adunate, come momento privilegiato di spettacolarizzazione del movimento dei ragazzi, che diviene una coreografia disciplinata visibile attraverso le vetrate.
Dal dicembre 1941 al settembre del 1943 venne usata come ospedale militare, poi per un anno fu occupata dai Tedeschi e quindi dagli eserciti Alleati. Molto danneggiata, riprese a funzionare nel 1948 solo parzialmente, ospitando turni di 300-400 bambini (i piani superiori non erano agibili). Negli anni Sessanta venne usata come campeggio, sfruttando l'ampio parco circostante. Cessò di funzionare nel 1975. Acquisita dalla Regione Piemonte e poi ceduta alla Regione Emilia-Romagna, rimase inutilizzata e priva di manutenzione per molto tempo, nonostante diversi progetti di riutilizzo. Nel 2003 viene acquistata dal Comune di Rimini e subito affidata a RiminiTerme per diventare "polo del benessere e del fitness": la ditta incaricata dei lavori però fallisce nel 2015. Nel 2018 torna in mano a RiminiTerme e dietro interessamento dell'Università si propone di farne una "città dello sport e del benessere".
Descrizione a cura del Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per l'Emilia-Roma con brevi aggiunte e da "Fai i luoghi del cuore".
Da "Spaziindecisi" :
Colonia Novarese
Viale Principe di Piemonte, Rimini
ARCHITETTO: ING. PEVERELLI
ANNO DI COSTRUZIONE: 1934TIPOLOGIA: COLONIA STATO DI CONSERVAZIONE: ABBANDONATO
Progettata in cemento armato nel 1933-34 dall’ing. Peverelli, la colonia assume con notevole chiarezza espositiva i principi costruttuvi, formali e stilistici del razionalismo.
L’ossatura in cemento armato, le finestrature continue a nastro, il disegno semicircolare delle testate velorizzate dal motivo plastico delle rampe.
Il centro geometrico e figurativo del fabbricato è costituito dalla torre scala nonché serbatoio d’acqua nella parte alta, nella quale si sommano la monumentalità e finalità celebrative verso il regime (gli elementi decorativi più compromettenti sono stati rimossi nel dopoguerra).
I servizi di carattere generale sono ospitati nella parte centrale e nel piano semintarrato delle ali adibito nella parte sud a teatrino. I refettori e le camerate erano situati ai piani superiori.
(A cura di Seigradi Rivista)
La colonia rappresenta un importante esempio di architettura razionalista la cui struttura è caratterizzata da fasce alternate di vetro e cemento. Le sue linee si richiamano a quelle del Lingotto di Torino, città di origine del progettista. Dopo la guerra, la colonia riprese a funzionare parzialmente, essendo agibile il solo primo piano.
Da metà degli anni 2000 per la colonia si parla di un recupero grazie al progetto (attualmente non realizzato per inceppi burocratico-legislativi) che prevede la realizzazione di un polo del benessere in riviera.