Senza più pentagramma
Schema, battitura
Ne' logica d'arresto;
Senza pausa e senza stesura
Debole stortura o ogni pallida censura
Sottoforma di testo,
O ancora altra eresia,
Tu accordi la tua nota alla mia
Salda come certezza
Di una melodia invisibile.
Siamo libellule
Forme aliene miti
Ora diverse ora più simili
Ma sempre contrarie
Con andature perennemente opposte
Indifferenti impurie
Alle apparenze di forme assenti Eteroimposte
Inventate;
Ladri del silenzio
Che il tempo umano invoca
Nell'alto del ruscello maldestro
Dell'inconscio proibito
Collettivo
Simulando ostentando
Ritmi estenuanti
E ininterrotte sorti
Nel lavoro usurante
Non pagato
Ed incauti anomali vizi
Il mondo umano si fa strada
Fra la ricerca mediocre
Della iperproduzione sacra
Vincolo megalomane permanente
E il successo osannato invano
Per vincere la morte
Procastinando il vero dilemma interiore
Mietendo vittime
Nei subordinati umani,
Animali, piante, ecosistemi marini
Boschi e foreste o devastate valli;
Infine nei Liberi
Di ogni forma e razza.
Farebbero bene i patriarchi a domandarsi
Se il supremo imperio
Dato da tutto il sottostante solenne
Concerto di motori,
Automobili, treni, stazioni, metrò,
Fornaci, camion, clacson, sirene,
Fresatrici, saldatrici, impianti industriali,
Chiasso di credenti e di ultrà
Negli stadi come in vetuste e fisse
Cerimonie sadomasochistiche
Davanti a simulacri ed altari,
Deliri napoleonici di leader politici,
Megarisse di gente reclusa in grandi Scatole chiamate format televisivi popolari,
Dinamite, mitragliate, cannonate,
Armi battereologiche
Nei grandi o piccoli teatri
delle infinite guerre
mai sufficientemente ripudiate,
Valga più di una sola ora
Del costo lavoro medio
Prodotto dall'antico
Immenso suono
Del Silenzio -
Rivoluzionario ancestrale.