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Val Martello - sentiero 103 per andare al rifugio Martello, dopo aver passato il rifugio Nino Corsi (ZufallHutte) circa 2300, 2400m.Vecchia diga costituita da un ponte di sassi realizzata con l'aiuto dell'esercito austriaco sul Rio Plima per arginare le alluvioni
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Val Martello - sentiero 103 per andare al rifugio Martello, dopo aver passato il rifugio Nino Corsi (ZufallHutte) circa 2300, 2400m.Vecchia diga costituita da un ponte di sassi realizzata con l'aiuto dell'esercito austriaco sul Rio Plima per arginare le alluvioni
sempre squarcio della vecchia diga sulla cascata del Rio Plima
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sempre squarcio della vecchia diga sulla cascata del Rio Plima
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cascata scaturita dal ghiacciaio della Cima Marmotta
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cascata scaturita dal ghiacciaio della Cima Marmotta
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veduta del lago Gioveretto (Zufrittsee) e dell'hotel Paradiso. Il lago Gioveretto è un lago artificiale che si trova in fondo alla Val Martello nelle vicinanze del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, SudTirol. Il lago si trova ad un'altezza di 1852 m e deve il suo nome al monte che lo sovrasta, il Gioveretto 3439 m.
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veduta del lago Gioveretto (Zufrittsee) e dell'hotel Paradiso. Il lago Gioveretto è un lago artificiale che si trova in fondo alla Val Martello nelle vicinanze del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, SudTirol. Il lago si trova ad un'altezza di 1852 m e deve il suo nome al monte che lo sovrasta, il Gioveretto 3439 m.
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veduta Zufrittsee e Hotel Paradiso. L'Hotel progettato nel 1935 da Giò Ponti, lo stesso che progettò il Pirellone di Milano, è ormai parte integrante del paesaggio e versa in uno stato di inutilizzo da più di sessant'anni. Costruito fra il '33 e il '35 allora gli venne dato il nome di Sporthotel Valmartello. La ditta appaltatrice era la società per azioni "Hotel Val Martello al Paradiso del Cevedale" nel Parco Nazionale dello Stelvio. I lavori furono eseguiti dal rag. Emilio PENATTI, architetto progettista fu appunto Giò Ponti di MIlano. La ditta che li eseguì fu la SICCEA dell'imprenditore Penatti. Era connotato da uno stile alquanto insolito per l'epoca, come l'imponente facciata e il tetto ad un solo spiovente, elementi visti come futuristici; inoltre si unirono soluzioni tirolesi ed asburgiche. Alla costruzione presero parte più di 100 operatori e i camion dovevano fare la spola da Goldrano fino ai 2088 m del cantiere. Nel '37 fu aperto al pubblico, allora era più piccolo di adesso e di colore verde ma sempre uno dei più moderni e lussuosi all'epoca, grazie soprattutto alla visuale splendida sul Cevedale. Ovviamente senza l'"appoggio" del partito fascista e del Ministero del Turismo, con tanto di fondi sborsati ad hoc in favore della sua costruzione, l'hotel non sarebbe mai esistito, e tutto ciò era sempre funzionale al progetto di "colonizzazione italiana" del SudTirol da parte del regime, progetto che prevedeva, oltre allo spostamento di manodopera prevalentemente operaia da varie parti d'Italia da utilizzare nella zona industriale di Bolzano che si cercò d'implementare proprio in quegli anni (nella chiara ottica iper produttivista e liberista del regime), questo progetto appunto di "colonizzazione italiana" prevedeva anche l'arricchimento di ditte ed imprenditori a cui svendere il grande patrimonio naturalistico e turistico di questa bellissima  regione. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il destino dell'hotel vide un collasso così come videro un collasso i sogni di Penatti & Company. In piena guerra infatti l'albergo fu occupata dall'esrcito tedesco e dalle SS che ne fecero un centro di spionggio e si diedero al controllo del ghiacciao del Cevedale che permetteva la fuga di fuggiaschi e disertori verso la Svizzera e la  Val Martello. Alcuni di questi furono catturati e barbaramente fucilati sul posto. All'indomani della guerra, nel '52 l'hotel fu acquistato dall'armatore veneziano Benati che lo aveva visto in fotografia, e pensò di ingrandirlo e di farlo verniciare di rosso, il suo colore preferito. I lavori di Benati no  furono mai ultimati e tuttora non se ne conosce la ragione. Così, dal 1955 ad oggi, l'hotel è rimasto vuoto.
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veduta Zufrittsee e Hotel Paradiso. L'Hotel progettato nel 1935 da Giò Ponti, lo stesso che progettò il Pirellone di Milano, è ormai parte integrante del paesaggio e versa in uno stato di inutilizzo da più di sessant'anni. Costruito fra il '33 e il '35 allora gli venne dato il nome di Sporthotel Valmartello. La ditta appaltatrice era la società per azioni "Hotel Val Martello al Paradiso del Cevedale" nel Parco Nazionale dello Stelvio. I lavori furono eseguiti dal rag. Emilio PENATTI, architetto progettista fu appunto Giò Ponti di MIlano. La ditta che li eseguì fu la SICCEA dell'imprenditore Penatti. Era connotato da uno stile alquanto insolito per l'epoca, come l'imponente facciata e il tetto ad un solo spiovente, elementi visti come futuristici; inoltre si unirono soluzioni tirolesi ed asburgiche. Alla costruzione presero parte più di 100 operatori e i camion dovevano fare la spola da Goldrano fino ai 2088 m del cantiere. Nel '37 fu aperto al pubblico, allora era più piccolo di adesso e di colore verde ma sempre uno dei più moderni e lussuosi all'epoca, grazie soprattutto alla visuale splendida sul Cevedale. Ovviamente senza l'"appoggio" del partito fascista e del Ministero del Turismo, con tanto di fondi sborsati ad hoc in favore della sua costruzione, l'hotel non sarebbe mai esistito, e tutto ciò era sempre funzionale al progetto di "colonizzazione italiana" del SudTirol da parte del regime, progetto che prevedeva, oltre allo spostamento di manodopera prevalentemente operaia da varie parti d'Italia da utilizzare nella zona industriale di Bolzano che si cercò d'implementare proprio in quegli anni (nella chiara ottica iper produttivista e liberista del regime), questo progetto appunto di "colonizzazione italiana" prevedeva anche l'arricchimento di ditte ed imprenditori a cui svendere il grande patrimonio naturalistico e turistico di questa bellissima regione. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il destino dell'hotel vide un collasso così come videro un collasso i sogni di Penatti & Company. In piena guerra infatti l'albergo fu occupata dall'esrcito tedesco e dalle SS che ne fecero un centro di spionggio e si diedero al controllo del ghiacciao del Cevedale che permetteva la fuga di fuggiaschi e disertori verso la Svizzera e la Val Martello. Alcuni di questi furono catturati e barbaramente fucilati sul posto. All'indomani della guerra, nel '52 l'hotel fu acquistato dall'armatore veneziano Benati che lo aveva visto in fotografia, e pensò di ingrandirlo e di farlo verniciare di rosso, il suo colore preferito. I lavori di Benati no furono mai ultimati e tuttora non se ne conosce la ragione. Così, dal 1955 ad oggi, l'hotel è rimasto vuoto.
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Lago di San Valentino alla Muta
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San Valentino alla Muta - passeggiata
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