Il Parco cittadino di Faenza, oggi intitolato a Roberto Bucci, il capitano d'industria faentino del gruppo Cisa, per decenni leader italiano nel campo delle serrature, che ne fu il "padre", nasce formalmente il 30 Giugno 1967, quando la giunta dell'allora sindaco (poi Senatore della Repubblica) Elio Assirelli ne delibera la nascita. Si decise di destinare a parco pubblico un'area di circa 10 ettari nell'allora immediata periferia di Faenza, localmente nota, fin dagli anni '80 del 1800 con la denominazione di piazza d'Armi. Infatti inizialmente era la sede delle esercitazioni dei militari di stanza a Faenza (Bersaglieri e il 22° Reggimento Cavalleggeri Catania) poi lo fu dell'Ippodromo faentino che ospitò corsi di campionato europeo nei primissimi decenni del 1890 e di esposizioni zootecniche nei successivi anni '30 del Novecento.
I lavori di realizzazione della montagna centrale che caratterizza il Parco e dei laghetti a questa circostanti ebbero luogo nella primavera-estate del 1968. L'area, su indicazione di Bucci, fu interamente recintata perché potesse ospitare mammiferi e altri piccoli animali allo stato libero. Vennero inizialmente messe a dimora 600 piante: alcune essenze erano in quegli anni particolarmente rare in Italia in giardini pubblici, ad esempio i Taxodi. Le piante attualmente presenti (il numero può avere leggere fluttuazioni) sono 1580, di cui oltre 1000 sono alberi d'alto fusto; per il resto si tratta di arbusti.
Attualmente il parco ospita molti esemplari di uccelli allo stato libero, in particolare, ma non solo, anatidi: ad esempio vanta molti esemplari di oca bianca e germano reale, poi oca egiziana, oca cignoide, oca di Magellano, oca indiana, oca canadese, oca faccia bianca, oca carolina, oca mandarina, fistione turco, e anatra muta ecc..Vi sono altri anatidi come il cigno reale, esemplari di casarca...
Ospita anche vari tipi di polli come la gallinella d'acqua e la peculiare "moroseta" (gallus gallus domesticus), un pollo ornamentale originario della Cina, di cui recentemente sono presenti molti esemplari nella zona d'ingresso. La "moroseta" ha la pelle nere e un piumaggio bianco crema, al tatto e alla vista setoso, usato per lo più come animale da compagnia. Presenti anche faraone, e il "tacchino ermellinato di Rovigo con piumaggio bianconero e tarsi rossastri o arancino, razza selezionata nel '59 dalla stazione sperimentale di pollicoltura di Rovigo per ottenere una razza rustica con ottima attitudine al pascolo e buona produzione di uova.
Presenti anche molti esemplari di pavone "pavo cristatus", il cui maschio è solito deliziare in primavera con la sua famosa ruota, tipica del corteggiamento amoroso dell'animale, il pubblico del parco.
Fino a poco tempo fa erano presenti anche conigli, porcellini d'India, scoiattoli.
Importante è l'avifauna selvatica, con specie come la cince, la capinera, il regolo, il fiorrancino, i codirossi, presenti nel parco e in parte anche nidificanti.
Una locomotiva storica, fa bella mostra di sé nell'area giochi per bambini.
Una recente ristrutturazione ha introdotto, nell'aiola di ingrasso al parco, una grande scultura lignea ricavata da un albero di olivo dalle sapienti mani dello scultore Giorgio Palli. Ecap, il titolo della scultura, è un extraterrestre venuto a portare un segno di pace sulla terra.
Per quanto riguarda la flora, pur con la prevalenza delle piante esotiche - chiaro retaggio della moda anni '60 - il parco mostra una certa attenzione alle specie autoctone e in alcuni punti (ad esempio le fitte macchie a carpino bianco, sul lato nord, o i micro-boschetti di quercia, al centro) rivela pionieristiche intuizioni, attribuibili al naturalista Cesare Gallegati. La bellezza dei gruppi di piante - si segnalano soprattutto i lecci, sul lato ovest della collina e, per i colori autunnali, i ginko biloba e i liquidambar su quello est - sono esaltati dalle grandi estensioni a prato. Altro elemento dominante è l'acqua con due laghi collegati da un ruscelletto, isolette, ponticelli.