scieluminose

"...quel qualcosa che non disturba"

Dietro muri di pianto e di cemento
Si nasconde
E nascondera' per sempre
Il nostro lamento (tormento)
Di fanciulle ormai tramontate
Consumate dal tempo.
Dietro l'arte del trucco
E della moda beffarda,
Sotto un fine strato di cipria
E un lucidalabbra,
Ecco il nostro vero volto
Di donne affaticate, oppresse
Svuotate
Ma mai affrante
Nelle nostre piccole grandi
lotte quotidiane.

Siamo noi i nuovi guerrieri
I combattenti
Del vostro Esercito infame
(Immorale)
Le manodopere sottopagate
Delle nuova forza produttiva sociale
Senza Ideale
Se non quello del benessere della società del Capitale
Quell'Esercito in molti reggimenti del quale
fino a pochi anni fa
Si potevano arruolare soltanto gli uomini
Ma lo scarto è ancora ampio ed azzardato
È il Divario
Esso profuma del fetore della diseguaglianza
Criminale
Nella gerarchia nelle cariche del potere
Come nel divario salariale.

Ma accoglieteci pure
Fra le vostre schiere disadorne
D'eroi angeli ed altari
Scarne di quelle ideologie retrograde trapassate ormai,
Però ricolme di un altro mostro frutto
Altrettanto ingordo di quella stessa barbarie oligarchica
Che è l'apparente antidogma
abitudinario consuetudinario dipendente
del Consumo letale
Idolo della nuova società multinazionale sovranazionale
Che accumula capitale come disgregazione sociale.

E un altro muro di cemento si alza
Fra le nostre vite offese tradite e il bel mondo fuori
dei paterfamilias
Padroni del Dio Capitale imperiale
- Il bel mondo sotto il comando dei padroni della razza -
Ma voi comunque accoglieteci!

E proprio là fuori in un altro villaggio a migliaia di miglia di distanza
Un altro bombardamento eccheggia
- Per la gioia dei serpenti della razza-
A spazzare via
I tetti i sogni e i visi
Di tante nuove povere genti
Troppo deboli e scomode
Per reagire
Agli scacco matto della storia.

Ma sì accoglieteci
Nelle nuove schiere del vostro esercito produttivo
Quali soldati striscianti
Ben dritti sull'attenti e deferenti all'ordine meschino dell'autorità illegittima e parassitaria
del Re capitalista globale
Accoglieteci mentre là dentro nelle nostre stanze
sotto le nostre vesti
Fra le coperte si consuma l'ennesimo atto di inamore criminale.
Accoglieteci ed emancipateci
infine per poterci poi meglio sfruttare
Per arricchire le tasche dei soliti noti
Di questa sordida orda barbarica illiberale
Perché tale resterà senza l'eguaglianza sociale sostanziale
In questa farsesca danza del potere dove il benessere è solo per pochi eletti
E sono gli stessi che detengono le redini per soggiogarci.

Accoglieteci
nelle schiere del vostro reggimento
mentre ci vedete dissanguate percosse e sfregiate
Accoglieteci mentre in strada si compie l'ennesimo atto criminale
Mentre veniamo deturpate vendute
E acquistate
Oppure ancora assassinate
Dal compagno di una vita
Come dal seduttore del momento
Messe al rogo
Ripudiate
Usate
Poi dimenticate
Prese a bastonate o a fucilate
Brutalmente accoltellate
Con o senza nostro figlio in grembo
Bruciate
Accoglieteci e accorrete infine
Al nostro funerale.
Mentre reciterete candidi e compunti
Davanti al feretro delle nostre vite
Spezzate
come nelle pagine dei quotidiani, cartacei e virtuali
L'ultimo inno al progresso falso
E all'autodeterminazione dei nostri corpi
Recitando la condanna al gesto
Di cui siete e resterete solennemente
La cornice compiacente
Complice
Col silenzio dell'inazione.
(Quel qualcosa
Senza nome senza rumore
Quel qualcosa
Che non disturba).
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