E la collina, respirata dal vento,
Raccoglie,
Simile a lento
Ondulare di culle
Alveolo ritmico
Mesto abitacolo di foglie
Avida sporgente
Tale ventre di madre,
Le nostre terree (terrene) spoglie
Mai tirchia al riverbero
Celeste di queste quiete anime
Fonte di luce
Alle nostre neonate galassie:
Stelle
Accese
Nel mentre che trapassa costante
Dell'energia che sprigionammo in vita
Rimangono gli echi soffusi
Emessi dalle parole cristalline dei poeti,
Opachi nello starnazzare delle folle
disorientanti
Un dolce traspiro, un lievitare
Nel perenne ricordare dei figli
- Reale evaporare e non mero maldestro assegnare al caso -
Un suono roco, un gemere grave
Nella corda vocale della madre
Erosa raucedine
Resa afona dal patriarcale sgarbo
Fatta muta e reclusa,
China servente docile all'eretto talamo,
E dell'amante, un affilare meticoloso
Irregolare inquieto
le morbose lame della reminiscenza
Nel dolore e nel tracollo del vespro
Dell'esistenza:
Priva di scusa
Per le pallide sentenze
La presunta annerita Accolita
Cui ella abolendo insinuazioni
E ostentazioni si lega;
E degli appassiti torti
Del fato gli affronti perniciosi
Non resti che una misera evacuazione
Lusinghiera di sensi
Faro d'insegnamento per i futuri crucci;
Ma noi non v'instruiremo
A viver rinchiusi
Confusi
Nelle tombe del pregiudizio
E dell'infondato presentimento:
Se mai vi procurerà virtù il contrasto
Disaccordo ai benpensanti
Dell'ossequio alla bandiera, al posto - ripostiglio sicuro -,
al conforto del trono,
Percuotendovi le viscere
Come uno squarcio,
L'indugio
A De André
Edgar Lee Masters
Ricordando le anime di Lewistone, Spoon
River e le
loro omologhe di ogni villaggio in
giro per il Mondo